UN CANTORE ILLUSTRE: Agostino Ferrin

Agostino Ferrin nacque a Corte il 27 luglio del 1928. Suo padre Ennio, invalido della Prima guerra mondiale e sua madre Sofia Chinello, originaria di Codevigo, abitarono per un periodo in Via Villa con i tre figli: Egidio (1923), Tullio (1925) e Agostino (1928). Nel 1939, data la povertà delle famiglie in quei tempi e l’aspirazione ad una vita migliore, i Ferrin decisero di emigrare a Lissone, vicino a Milano, in cerca di fortuna. Nel 1942, allo scoppio della seconda grande guerra, Agostino fu rimandato a Corte dai nonni dove divenne un valido aiuto nei lavori dei campi. Nei quattro anni in cui rimase a Corte (dal ‘42 al ’46) qualcuno si accorse di lui. O meglio della sua voce. Il parroco Don Francesco Martin lo invitò a cantare nella corale sotto la cura dell’organista cieco Giuseppe Dante e del direttore Isidoro Miazzi. Furono gli anni dell’entusiasmo adolescenziale in cui egli ebbe la possibilità di imparare l’amore per la musica ed in particolare per il canto. E non solo per il canto liturgico. Era il repertorio operistico che furoreggiava in quei tempi godendo di molta popolarità. Era bello trovarsi con gli amici a cantare arie e le romanze magari davanti al buon bicchiere di vino. Alcuni dei nostri cantori ricordano ancora le serate passate ad imparare “La calunnia” di Rossini. Agostino si ritrovava una voce potente e profonda così che in molti lo incoraggiavano a provare il canto lirico. Nel 1946, alla fine della guerra, ritornò in famiglia a Lissone. Tornò al suo lavoro di “lustron” ed entrò nella locale Corale “Giuseppe Verdi” dove fece i suoi primi veri passi come cantante. Qui sotto l’ala protettrice del maestro e organista Arturo Arosio, imprenditore del legno ma anche maestro e mecenate, s’impegnò per dieci anni in spettacoli e concerti in provincia e all’estero sino al vero e proprio debutto che avvenne il 17 febbraio 1954 a Firenze nell’opera “Il Conte di Ory” di Rossini. Da qui fu una vera e propria ascesa (il 29 dicembre del 1958 a trentanni debutta alla Scala di Milano) con scritture in Italia e all’estero e la partecipazione a rappresentazioni con direttori e cantanti famosi ed affermati. Molti i ruoli interpretati e una sessantina le opere eseguite. La critica gli ha riconosciuto una voce potente, timbrata, resistente e ampia, intonata che unita alla presenza scenica contribuì a segnalarlo come artista eclettico che lo faceva emergere anche nell’oratorio e nella musica sacra . A Piove, Agostino ritornò ufficialmente solo mercoledì 8 giugno 1960 in occasione di un concerto vocale-strumentale organizzato della Pro loco cittadina presso la sala Politeama. Vi partecipò anche la corale “A. Libero” eseguendo, diretta dal M° A. Miazzi, la ”Mattinata” di Veneziani (solo coro) e “Deponiamo il brando” di Faust (con l’orchestra) . La carriera di Agostino Ferrin proseguì ricca di successi fino al 17 agosto 1989 quando morì a Roma. A Corte, per il momento, gli è stata dedicata una via. Confidiamo che in futuro, una figura di così alto prestigio possa essere frequentemente ricordata.

©Giovanni Bissacco (testo liberamente trascritto dal volume: Corte Bona ed Optima villa del padovano)

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